Dopo l’accordo conclusosi il 15 novembre 2013, dopo l’iter approvativo formale, e dopo l’emanazione del relativo regolamento si è finalmente potuto partire anche all’ENEA nell’applicazione dell’istituto del telelavoro. Si prevede un primo anno sperimentale che consentirà un approccio più mirato al problema. A novembre scorso è stato approvato, poi, il relativo regolamento con tutti gli aspetti pratici e normativi, mentre a dicembre è scattato l’iter delle domande. Trattandosi di una materia nuova (i candidati devono presentare dei progetti individuali di tele lavorabilità) ed essendoci stata di mezzo una lunga chiusura forzata dei centri di ricerca nella pausa natalizia, è stato opportuno richiedere all’ENEA uno slittamento almeno di dieci giorni rispetto al termine previsto del 3 febbraio per l’inoltro delle domande. Peraltro, la stessa modulistica fornita dall’ente per la compilazione delle domande non è certo al meglio come chiarezza, cosicché i dipendenti cercano di districarsi nella compilazione.
Per il telelavoro in ENEA potrà essere coinvolto il 3% del personale, a cui si aggiungono fuori budget i lavoratori con invalidità civile riconosciuta 100%. Vi è un limite di fondo rispetto alla cornice normativa per l’introduzione di questo istituto nella pubblica amministrazione. Parliamo del fatto che vi doveva essere anche un incentivo a sperimentare nuove forme innovative nell’organizzazione del lavoro. In realtà, al momento, restano centrali le sole esigenze personali o familiari. Gli aspetti di innovazione al momento sono sacrificati, mentre invece si potevano individuare al di fuori del budget dei progetti sperimentali.
In caso di richieste superiori al numero delle posizioni previste si ricorrerà a punteggi che appunto fanno riferimento esclusivamente a questi aspetti personali (disabilità, esigenza di cura, distanza tra abitazione e sede di lavoro). Migliorativo è il fatto che il parere del responsabile sul progetto individuale presentato dal dipendente non è più vincolante come si voleva e quindi potrà arrivare in ogni caso alla commissione centrale di valutazione, che dovrà attenersi a degli standard uniformi. Appare al momento difficile prevedere gli elementi di criticità di questa fase di avvio, pertanto occorrerà una attenzione nelle prossime fasi.