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La mobilitazione per far uscire l’ENEA dal commissariamento non si ferma

La spending review smantella le attività di ricerca!. Il 18 luglio torniamo al Ministero dello Sviluppo Economico

16/07/2012
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Dopo il riuscito il sit-in dei lavoratori ENEA in Parlamento, mentre continuano le iniziative nei centri di ricerca contro i pesanti tagli alle attività, è necessaria una nuova iniziativa per sollecitare provvedimenti tempestivi per uscire dalla fase di commissariamento, dalla crisi e dall’incertezza dell’ente.

Ritorniamo al MISE, in Via Molise alle ore 9.30,  mercoledì 18 luglio per:

  • verificare gli impegni sull’emanazione del previsto decreto di riordino
  • denunciare lo scandaloso ritardo del Dpcm sulle assunzioni del 2009
  • protestare contro i nuovi tagli lineari all’Enea imposti dalla spending review.

L’Ente deve essere messo in condizioni di operare. Un rilancio dell'ente nel Paese può avvenire secondo quanto previsto dalla legge 99/2099, come ente di ricerca in campo energetico ambientale e sviluppo sostenibile, nonché con compiti di agenzia sull’efficienza energetica e nei servizi tecnologici avanzati. Con indirizzi di ricerca non più circoscritti al solo Mise, ma concertati, come prevede la legge, con il Miur, nell’ottica di una governance del sistema ricerca pubblica.

Occorre un nuovo gruppo dirigente in grado di assicurare autorevolezza e indipendenza, una  nuova Governance, con organi, statuto, consiglio scientifico elettivo come negli altri enti di ricerca.

A questo quadro difficile si aggiunge la spending review che, al pari degli altri Epr, opera ulteriori importanti tagli al finanziamento ordinario, aggiuntivi a quelli operati negli anni passati. All’ENEA infatti erano stati tagliati già 7 milioni nel 2012, a cui ora si aggiungono i 2,46 mln di € del DL 95/2012, che si vanno a sommare ai 30 milioni del 2011! E agli altri 6 milioni per il 2013. Tutto questo strangola le attività e i centri di ricerca, il cui funzionamento è considerato un costo da questo governo, rispetto agli standard degli uffici ministeriali. Perché non utilizzare, invece confronti con le spese medie delle strutture similari europee di impianti e laboratori? Ci si renderebbe conto che gli investimenti in questo settore sono per il futuro e gli altri paesi li fanno.

Mentre si preannuncia la nuova mannaia, il vertice INFN minaccia le dimissioni e unisce una comunità per protestare contro i tagli, quello dell’ENEA accompagna rassegnato il declino, nella opacità degli indirizzi programmatici, ormai interessato solo a salvare il proprio ruolo. Si è preferito spaccare in modo profondo il personale. Si è profittato dell’accentramento inaudito dei poteri assegnati al commissario anche per misure spregiudicate di consenso, con scarsa valorizzazione del merito nell’affidamento degli incarichi, come nei percorsi di carriera. I filoni strategici di ricerca sono stati frantumati e si sono proliferate strutture di responsabilità e di comando senza alcun mandato, generando una struttura ridondante che non ha eguali nel resto del comparto, compresi enti similari come il CNR e l’INFN.

Per questo occorre intervenire immediatamente per l’emanazione del decreto di riordino dell’ENEA per insediare di organi di vertice all’altezza della sfida.

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