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ENEA: le organizzazioni sindacali scrivono al Presidente Testa per chiedere di modificare lo Statuto

La FLC CGIL riprende la battaglia contro le anomalie statutarie all’ENEA.

07/04/2021
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Approfittando della novità costituita dalla nascita del MITE, il Ministero per la Transizione Ecologica, al quale è stata trasferita la nuova vigilanza sull’ENEA, appartenuta fino ad ora al MISE, che impone per legge l’adeguamento dello Statuto dell’Ente per le parti in cui veniva citato il precedente ministero vigilante da cambiare nel nuovo MITE, la FLC CGIL riprende la battaglia contro le anomalie statutarie dell’ENEA e si è fatta promotrice insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, FSUR Cils SR, Fed UIL Scuola RUA, FGU Gilda-Unams, di una iniziativa perchè l’Ente sia artefice di una autoriforma che accolga i numerosi rilievi ricevuti in passato sul suo Statuto, in particolare per la mancata separazione dei compiti di indirizzo politico-amministrativo, in capo al Presidente, da quelli di gestione, più tipicamente della figura di Direttore Generale. 

Come ovvio, con motivazioni speciose riconducibili alla sua ultima legge di riforma, l’attuale Presidente ha ritenuto sino ad ora di non dover intervenire sul tema, ritenendo la norma non applicabile all’Enea in quanto il decreto che né istituisce l’obbligo per tutte le Pubbliche Amministrazioni dello Stato, il DLgs 165/2001, sarebbe precedente alla ultima legge di riforma dell’Ente, ovvero all’art, 4 della L. 221/2015.

Ora, dovendo ritenere di rango costituzionale la norma generale che discende dal DLgs 165/2001, il Testo Unico (TU) della pubblica amministrazione italiana, appare poco sensata la giustificazione addotta sin quì dal Presidente Testa per non procedere all’adeguamento dello Statuto in tal senso. Infatti, già l’allora Ministero vigilante, il MISE, la Ragioneria Generale dello Stato e la stessa Corte dei Conti in sede di verifica contabile e amministrativa sull’azione dell’ENEA, hanno più volte segnalato il vulnus da superare nel proprio Statuto. Azione che ancora non è stata compiuta, ma che, appunto, l’occasione offerta dalla nascita del MITE della manutenzione obbligatoria che si dovrà fare, potrà fornire l’opportunità per correggere al meglio e per il futuro lo Statuto dell’ENEA.

Il legislatore italiano non poteva offrire un pretesto migliore.

Ecco il testo della lettera inviata al Consiglio d’Amministrazione. 

_____________

Roma, 30 marzo 2021
Ai componenti del Consiglio d’Amministrazione ENEA


Oggetto: Revisione dello Statuto ENEA.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali intendono rappresentare al vertice dell’Ente l’opportunità di cogliere l’occasione della revisione dello Statuto offerta dal decreto di istituzione del MITE (Transizione Ecologica), per superare il vulnus più volte segnalato dagli organi di vigilanza (MEF, MISE, RGS, Corte dei Conti) della mancata separazione delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo, tipiche dell’organo di vertice, da quelle gestionali, prevedendo l’istituzione della figura del Direttore generale, come previsto dal D.lgs. 165/2001.

Non è la prima volta che le scriventi sollevano la questione, come già fatto con le iniziative assunte in passato verso le istituzioni di vigilanza, o nei confronti della stessa ENEA. Ricordiamo, per esempio, l’ultimo incontro, con oggetto le osservazioni RGS sullo statuto, dicembre 2018, nel quale la stessa delegazione dell’ente, pur non sentendosi vincolata sul tema da noi sollevato, ammetteva una legittimità delle osservazioni sindacali.

Per questo le scriventi Organizzazioni Sindacali ritengono che sia giunto il momento non solo di sanare un’anomalia unica nel panorama della P.A., che contrasta con i principi costituzionali di buon andamento della macchina amministrativa, nonché con il D.lgs. 218/2016 di riordino degli Enti Pubblici di Ricerca, ma di completare la transizione dell’Enea in un Ente Pubblico di Ricerca. Una transizione tanto più necessaria in considerazione delle importanti ricadute che potranno esservi sulla sua missione, in ragione delle decisioni importanti che saranno assunte dal nostro Paese in materia di PNRR, o per l’occasione della COP 26 che vedrà l’Italia in posizione preminente in quanto presidente di turno del G20.

Avere un assetto istituzionale finalmente completo, ci permetterà di uscire definitivamente da un residuo di gestione commissariale e di controllo dall’alto, rendendo certamente più adeguato il ruolo ambizioso che l’ENEA può svolgere nella prossima fase.

Inoltre, a parere delle scriventi, sarebbe utile, su tali questioni, una maggiore unità di intenti tra il vertice e il personale.

FLC CGIL FSUR CISL SR Fed UIL Scuola RUA FGU Gilda Unams
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