Nelle giornate del 23 e 24 novembre è proseguito il confronto con l’ENEA sul contratto integrativo 2006-2009 e le tabelle d’equiparazione per il passaggio al comparto degli Enti Pubblici di Ricerca (EPR). Le riunioni sono avvenute a valle di incontri tecnici fra delegazione ENEA e i ministeri vigilanti, Dipartimento della Funzione Pubblica e MEF, volti ad avere un “assenso” di massima sulle proposte della delegazione e sul lavoro maturato al tavolo di trattativa.
Si è lavorato su due documenti proposti dall’Amministrazione, il primo contenente tutta la parte normativa più l’articolato sulle tabelle d’equiparazione e norme di primo inquadramento, l’altro il contratto integrativo vero e proprio, ovvero tutta la parte economica contente le voci di finanziamento utilizzabili (cioè sostanzialmente il fondo storico Enea più le economie realizzate) e il loro utilizzo, che consiste nel salario accessorio erogabile per il personale dei nuovi livelli IV-VIII e livelli I-III del CCNL EPR, nel finanziamento delle tabelle d’equiparazione e delle norme di primo inquadramento, nonché dello sviluppo professionale.
Per quanto riguarda la parte normativa, anche sulla base delle indicazioni emerse dai ministeri, si è proceduto a rivedere tutto il lavoro fatto in precedenza, riportando nel testo solo quegli istituti di carattere normativo tipici dell’esperienza ENEA che non sono ricompresi negli istituti contrattuali degli EPR e che sono più vantaggiosi. Su questa parte si è raggiunta sostanzialmente l’intesa, a parte un problema ancora aperto sul CPO, legato all’entrata in vigore del “collegato lavoro” che potrà cambiare radicalmente la normativa di riferimento in materia.
Nello specifico delle tabelle d’equiparazione occorre dire che finalmente il tavolo si è cimentato su uno degli argomenti più spinosi e sono emerse le diverse valutazioni. La più significativa, anche sulla base delle indicazioni che sono venute dai ministeri, è quella della previsione di un ruolo ad esaurimento per il personale che, sulla base dell’equiparazione proposta e dell’art. 6 del CCNL degli EPR, non sarebbe in possesso del titolo di studio richiesto per l’accesso ai nuovi profili del comparto ricerca., questione particolarmente complicata soprattutto per i profili di ricercatore e tecnologo (sugli altri profili gli istituti contrattuali esistenti, infatti, prevedono alcune flessibilità che riducono la portata del problema). Dal punto di vista della FLC Cgil la soluzione non può che essere quella del ruolo ad esaurimento, se si vuole avere possibilità di successo su tutta la partita.
Altro tema affrontato è stato quello delle norme di primo inquadramento che per noi devono servire a recuperare le distorsioni del passato, come i noti “costi zero”, la ricostruzione dell’anzianità di precariato, l’inquadramento dei giovani ricercatori (funzionari Enea o ricercatori in formazione) al III livello degli EPR. Il documento proposto dall’amministrazione, a parte la condivisibile proposta della soluzione al problema dell’inquadramento dei giovani ricercatori, rimanda ad una commissione con pieni poteri discrezionali che, su base valutativa, dovrà proporre gli inquadramenti nei nuovi livelli e profili, nonché nelle fasce stipendiali dei primi tre livelli. Pur accettando il principio della valutazione, per noi è inaccettabile una proposta assolutamente discrezionale come quella indicata, che lascerebbe ad una commissione tutto il potere di decidere. Occorre invece individuare una griglia di norme chiare per effettuare il primo inquadramento. Non c’è dubbio che su questo tema c’è ancora molto da lavorare al tavolo di trattativa.
Sulla parte economica si è invece appena cominciato a discutere di come si dovrà costruire il futuro salario accessorio, quello previsto dalle norme del CCNL degli EPR, quali istituti (o indennità) salvaguardare del vecchio contratto integrativo ENEA, come finanziare le tabelle d’equiparazione con le norme di primo inquadramento, nonché lo sviluppo professionale. Tutto questo si dovrà fare tenendo conto che le risorse disponibili al momento sarebbero più o meno i 22 mln di € del fondo storico ENEA, a cui andrebbero aggiunte le economie generate da risparmi di gestione, circa 1,5 mln. Come si può intuire si tratta di un’operazione molto complessa e delicata, che si potrà chiudere, dal nostro punto di vista, solo dopo aver dato risposte a tutte le necessità. In particolare si tratterà di dare emolumenti accessori comparabili con quelli del comparto, o con i valori medi in godimento, nonché di finanziare tabelle d’equiparazione e norme di primo inquadramento, in maniera soddisfacente per le aspettative del personale, in particolare per coloro che non hanno beneficiato di alcuna progressione negli ultimi anni.
E’ evidente che al punto in cui si è arrivati, anche su questo tema c’è ancora molto da lavorare al tavolo di trattativa e servono nervi molto saldi per portare in porto un’operazione complessa come quella che stiamo portando avanti all’ENEA.
Infine va rilevato l’atteggiamento attendista dell’amministrazione che evidenzia una scarsa propensione alla conduzione della trattativa: infatti, presentandosi senza proposte precise, lascia che sulle questioni più delicate e controverse si scateni la bagarre al tavolo di contrattazione.
La riunione è stata aggiornata a giovedì 25 novembre 2010.