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ENEA: dal Centro di Portici riparte la battaglia contro il precariato. Subito le assunzioni attese e poi un piano per stabilizzare il precariato storico

La FLC CGIL a fianco dei lavoratori di Portici, da dove riparte la mobilitazione dei precari ENEA.

30/09/2011
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E’ con l’assemblea dei lavoratori del Centro Portici del 23 settembre scorso e con la mozione approvata dall’assemblea che riparte l’iniziativa di mobilitazione sul precariato all’Enea.

Quasi un anno è passato dal famoso concorsone Enea, molto discusso per la sua gestione, e si è ancora in attesa delle autorizzazioni ad assumere i 118 vincitori del concorso. Quasi un anno è passato dall’impegno assunto dal Commissario di affrontare globalmente la questione del precariato, per andare progressivamente al suo superamento e correggere l’atteggiamento approssimativo avuto troppo spesso dall’Enea (basti pensare che la gestione di ben 180 bandi possibili aveva finito per lasciare fuori oltre 100 precari storici); ma anche qui, sostanzialmente dobbiamo registrare che nulla è cambiato, se si pensa che i criteri per i nuovi bandi 2010 e le priorità per quelli a TD non sono mai stato all’ordine del giorno, ne’ sembrano essere una priorità per l’ente.  

Qualcuno ha suggerito, e la FLC CGIL è d’accordo, di festeggiare questo esemplare anniversario, a metà ottobre, insieme a quella che il ministro Brunetta ha definito la “parte peggiore dell’Italia”, magari con un brindisi proprio alla negligenza di quei ministri che, in nome dell’efficienza e del merito, sembrano sempre voler bacchettare tutti. Ministri che, del resto, dovevano solo contabilizzare il costo del turnover 2009 secondo disposizioni e novità introdotte nei vari “mille proroghe”, i quali, mentre liberalizzano le certificazioni per la tracciabilità o per la sicurezza sul lavoro, hanno imposto un iter estenuante di autorizzazioni e contabilizzazioni per le assunzioni che erano già state approvate e finanziate. Con il brillante risultato che la Ricerca è l’unico comparto pubblico che ha risorse per le assunzioni bloccate da due anni e ancora inutilizzate.

Il ministro Brunetta ha denominato anche sul sito istituzionale del Dipartimento della Funzione Pubblica questa lungimirante azione governativa, che danneggia la già taglieggiata ricerca pubblica, mortificando un'intera generazione in attività proficua per il paese, come“ politica di dissuasione del precariato”, ma chiamiamola pure incoraggiamento all’espulsione dal lavoro. Paradossale il fatto che, mentre a luglio scorso sono state sbloccate le assunzioni nei vari ministeri, ad oggi l’unico settore ancora in esame sia quello degli Enti di Ricerca. Peraltro il Dipartimento della Funzione Pubblica, famosa per i proclami propagandistici circa la trasparenza nei confronti dei cittadini, non riesce nemmeno a dare spiegazioni alle richieste circa lo stato di avanzamento delle assunzioni sul turn over del 2009 negli EPR. Il gioco dell’oca continua.

Ma sarà un brindisi anche alla latitanza del vertice dell’ente. Sul precariato, infatti, restiamo ben al di sotto delle possibilità e in due anni non si sono registrati significativi passi in avanti. Obiettivamente si poteva e si può fare di più. Grazie alle iniziative sindacali e soprattutto alle costanti mobilitazioni dei precari, continuate anche lo scorso anno seppure definite “inutili rituali”, si era arrivati all’inizio della fase di Commissariamento con un numero di precari obiettivamente gestibile e riassorbibile. Sciupata in gran parte l’occasione del turnover 2009, l’Enea si è rifiutata di aprire un tavolo sindacale specifico, per avere un quadro chiaro delle esigenze, delle attività coperte da precari storici, della programmazione del fabbisogno, per poter così ottimizzare le relazioni e i passaggi fra le varie unità, esigenza da molti segnalata.

Occorreva orientare le politiche di reclutamento evitando l’uso generalizzato degli assegni e favorire il ricorso a forma di reclutamento più dignitose, anche economicamente, come quelle a Tempo Determinato. Sì, si può affermare, in proposito, che si è avviato un piano di reclutamento  di contratti a Td, ma questo è avvenuta senza informazione e trasparenza (come è avvenuto, fra l’altro, anche nel caso delle assunzioni delle categorie protette). Si era detto, poi, che dai tagli governativi si sarebbero risparmiati i precari, ma ciò non è avvenuto! Infatti molte attività consolidate sono state bruscamente interrotte o rallentate, precari storici si sono visti nuovamente scavalcati per altre esigenze, o rottamati senza motivi di demerito professionale. Dobbiamo considerare che persino Brunetta, nella sua furia contro i precari e le stabilizzazioni, aveva finito per addivenire alla necessaria e prioritaria valorizzazione dell’esperienza professionale maturata, ai fini del reclutamento tramite pubblico concorso, ovviamente anche per quelli a Td. Ma questa valorizzazione sembra avvenire a ritmo altalenante e non sempre è prioritaria. E a volte si ha l’impressione di voler tornare alla “pratica dei picchi di lavoro”, già aspramente criticata nella precedente amministrazione. Insomma, si parla tanto (demagogicamente per lo più) di “benessere” nel lavoro, ma si come ci si può sentire a lavorare in queste condizioni di incertezza?

Inoltre l’Enea, a differenza di molti altri Enti di ricerca, non ha ancora un tavolo sul precariato, nel quale condividere accordi sul suo riassorbimento, o sulle politiche di reclutamento, o sull’utilizzo di strumenti contrattuali come l’art. 5. In tutti i grandi Epr si sono raggiunte intese per il riassorbimento del precariato, o sul reclutamento, questioni sulle quali anche il CCNL degli Epr consente strumenti di miglior favore per i precari. Nessuno ha la pretesa di sentirsi assicurato con “il posto garantito”, ma non possiamo accettare che precari con una storia professionale evidente nei laboratori e nei centri Enea, venga condannato ad una espulsione silenziosa, con selezioni arbitrarie tra figli e figliastri, fra centri di sere “A” e centri di serie “B” come quelli più piccoli o sperduti, che finirebbe per danneggiare ulteriormente l’esistenza dei Centri stessi.  

Sorprende infine che, sempre a proposito delle autorizzazioni ad assumere, il Commissario e gli altri Presidenti degli Enti non siano puntualmente informati sulla evoluzione di questi passaggi ministeriali dai tempi incredibili, o non agiscano per rimuovere gli ostacoli alle assunzioni. Ovviamente quello che è incredibile è che dietro la burocratizzazione delle procedure e la loro evidente banalizzazione, si gioca il destino di centinaia e migliaia di vite; se si pensa che dietro alle pratiche ci sono persone che lavorano attivamente e con puntualità per il loro paese, ma non ricevono dalla politica e dagli enti nessun rispetto, ne’ alcun equo trattamento. Il 7 settembre il Commissario aveva comunicato alle OO.SS. che sarebbe stata questione di poco. Invece, ieri, curiosamente ha cambiato idea. Apprendiamo infatti da un comunicato sindacale, che avrebbe rilasciato una dichiarazione pubblica al personale, affidandosi ad un sindacato che evidentemente ritiene a lui più vicino, nella quale si afferma “Non dispero affatto di poter assumere tutti vincitori del concorsone entro l’anno”.

Siamo dunque molto preoccupati per una situazione che non ci rassicura e che non condividiamo, anzi riteniamo che il protrarsi di questa inerzia sul fronte del precariato procura disagi anche all’interno delle unità. Rinnoviamo come FLC CGIL la nostra richiesta di un tavolo di confronto, dove sia possibile raggiungere e sottoscrivere una intesa, come negli altri enti, sul rientro del precariato storico e sul tema del reclutamento. Questo anche alla luce degli spazi che il governo quotidianamente restringendo in materia di pubblica amministrazione, che suggerirebbero una politica coraggiosa, non approssimativa e di ampio respiro. Ma purtroppo dall’Enea non arrivano segnali incoraggianti. Eppure dopo la firma del Contratto Integrativo 2006-2009 che introduce all’Enea le nuove regole degli Epr, un’intesa sul precariato sarebbe auspicabile e avrebbe sicuramente un impatto positivo tra tutto il personale.

Tuttavia occorre dire che quello che accade all’Enea non è estraneo al resto del mondo della ricerca pubblica, dove è necessario agire anche su un piano più generale, per modificare le nefaste politiche governative messe in campo, di espulsione del precariato e di ridimensionamento della ricerca pubblica. Nella grave situazione italiana, in cui un governo irresponsabile ci sta trascinando sempre più nel baratro, manovra depressiva dopo manovra depressiva, smantellando la pubblica amministrazione, vi è la necessità di dare una risposta di altro profilo, che sia in grado di rimettere al centro dell’agenda politica il lavoro e in particolare il lavoro pubblico, che sia in grado di parlare a tutto il paese. In questo senso va la grande manifestazione nazionale che si terrà l’8 ottobre.

Le strade di Roma saranno invase da una fiumana di lavoratori pubblici che si sentono utili al paese e non “fannulloni” come li vuole dipingere questo governo. Smantellare il pubblico significa ridurre lo stato sociale, ridimensionare i diritti di cittadinanza e le tutele, privatizzare i beni comuni, espellere migliaia di precari. Per dire no a tutto questo saremo in piazza insieme alle altre categorie del pubblico impiego e non è un caso che il grande corteo di sabato prossimo vedrà proprio in testa i precari provenienti da tutta Italia. Certamente non mancherà la voce di chi reclamerà una svolta anche per l’Enea e certezze per i suoi precari.

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Mozione assemblea  lavoratori del Centro di Portici
promossa dalla FLC CGIL

 

Sosteniamo le rivendicazioni dei colleghi precari!

L’assemblea del 23 settembre convocata sull’aggiornamento contrattuale, di cui condivide la necessità di una applicazione nei tempi necessari e con le regole previste, registra anche una preoccupazione sulla situazione di inspiegabile rinnovo della condizione di commissariamento, quindi di instabilità e di debolezza dell’ente, e segnala una situazione per i colleghi precari assolutamente insoddisfacente.

Nel ricordare le numerose misure inique e insensate delle manovre governative,  che hanno colpito con accanimento in particolare la ricerca pubblica, non possiamo condividere il comportamento dell’Enea sia di scarsa attenzione che di trasparenza  nel gestire la questione precariato, che rischia di sfociare anche in licenziamenti di fatto di  tanti  precari che da anni lavorano  nei nostri centri di ricerca.

Ad un anno dal concorsone Enea, i cui vizi ancora ricordiamo tutti, come gli errori sui profili, i titoli di studio errati, i quiz rischiatutto, i vincitori sono ancora in attesa di un decreto che autorizza l’assunzione. In questo modo non ci sono solo i tagli sul futuro turnover,  ma continui balzelli anche su quanto era già stato previsto e finanziato.

Condividiamo, pertanto, in questa incertezza persino nelle informazioni dovute agli interessati,  la proposta emersa di sostenere  una iniziativa, ovviamente insieme ai precari coinvolti, da tenersi proprio nell’anniversario del concorsone e da dedicare anche alle inefficienze e alle pratiche delle varie amministrazioni.

D’altra parte è passato un anno anche da quando il Commissario, subito dopo il concorsone, aveva garantito interventi organici sia per superare gli effetti delle crepe createsi  sia per costruire un percorso di inserimento serio per il resto dei precari, a partire da una attenzione di recupero  sul prossimo concorso per sessanta unità.   Un impegno che ancora attende un riscontro. Infatti un tavolo di confronto organico per monitorare e verificare nel dettaglio le esigenze delle unità, per trovare poi tutti  gli strumenti possibili atti  a programmare  un piano di reclutamento trasparente e condiviso, è indispensabile per garantire il prosieguo delle attività.  

A nostro avviso, una seria politica del reclutamento, valorizzando l’esperienza prestata nei nostri centri di ricerca, passa per l’inserimento di tutti i precari storici nella tipologia a TD.

È ora di uscire da una situazione di assenza di tutele e di paghe dimezzate e lasciare lo strumento degli assegni ad un circoscritto percorso formativo. Ma occorre anche che i concorsi a TD si basino sulle attività consolidate e programmatiche,  non su altre logiche.   

Per tutti questi motivi appoggiamo sia le richieste pressanti circa l’assunzione dei vincitori di concorso, sia  le richieste di apertura di un tavolo per un piano organico sul  precariato,  evitando che tra cavilli burocratici si cerchi di fare cassa sui nostri colleghi precari! 

23 settembre 2011

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