Tutti i Centri di Ricerca dell’ENEA dislocati sul territorio nazionale sono in stato di agitazione. Le RSU hanno deciso di rendere più incisive le iniziative e sollecitano con urgenza provvedimenti che sono nel merito di rilievo e legittimi. Per questo la FLC CGIL sostiene pienamente la richiesta che viene dai ricercatori e dai lavoratori tutti dell’ENEA di avere la giusta dignità di operare a pieno titolo come Ente di Ricerca nel ruolo che il paese gli assegna nell’ambito dello sviluppo sostenibile.
Le attività lavorative sono ormai a rischio. Interi complessi sperimentali sono in condizioni di degrado. I recenti tagli della spending review colpiscono in modo lineare la ricerca pubblica già fortemente indebolita da chi ha governato nella precedente legislatura. Inoltre i tagli in questione sono stati calcolati su una cosiddetta linea mediana, comprendente non solo spese di gestione ma anche quelle di funzionamento degli impianti e laboratori; è qualcosa che non può essere più accettato in un Paese che vuole uscire da una logica di austerità e recessione. In un Ente di Ricerca sperimentale e tecnologico, come l’ENEA, il funzionamento non è più garantito se vengono intaccate ulteriormente le spese già esigue per i laboratori, per l’acquisizione di strumentazione e per la loro manutenzione, la loro pulizia, la loro vigilanza nonché il costo della loro messa in opera a pieno regime. In questa logica la spending review ha previsto un incremento di taglio fino a 6,5 milioni di euro che incrementerà i tagli già subiti negli anni precedenti.
Il problema dei tagli era stato affrontato in Parlamento già nel 2011, per esempio con l’Ordine del Giorno n. G200 al DDL n. 2464 che “impegna il Governo ad adottare entro l'anno ulteriori iniziative, anche normative, al fine di riportare il valore del Contributo Ordinario dello Stato per l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) di cui all'articolo 37 della legge 23 luglio 2009, n. 99, incluso nella tabella C, Missione Ricerca e innovazione, alla somma originaria prevista dalla finanziaria 2010 e cioè a 197.441 milioni di Euro per il 2011”. Invece quest’anno il fondo ordinario è stato ridotto a 156 milioni a fronte di 190 milioni solo per spesa di personale. L’ENEA è il solo Ente che riesce ad andare avanti con acquisizione di risorse esterne, per quasi 100 (cento) milioni. Progetti e programmi quindi già in avviamento, che evidenziano come si debba partire da quanto già di consolidato e di eccellenza esiste, come affermato anche dal Ministro del MIUR, da cui aspettiamo riscontri alle affermazioni. Non vogliamo tornare a sentire le ennesime fantasticherie sul ruolo da attribuire all’ENEA, come se fosse un ente inutile, ma vogliamo che si dia al nostro Ente la dignitosa, corretta e piena presenza nell’ambito della rete degli altri Enti pubblici, da razionalizzare e governare con nuovo slancio e autorevolezza. L’ENEA, deve essere rimessa al più presto in condizione di operare nel migliore dei modi con standard di gestione adeguati al suo ruolo e non più lasciate a logiche personalistiche. Certamente dovrà avere una regia che riconsideri e rilanci le varie filiere di ricerca, ma occorre uscire al più presto da una gestione commissariale. Lo strumento del commissariamento è divenuto ormai non più transitorio ma ordinario; questo ha condotto ad un deficit di miglioramenti strutturali e ad un ampia concentrazione dei poteri.
Pertanto chiediamo:
I lavoratori dell'ENEA manifesteranno oggi, 4 giugno, dalle 9.30 a Roma davanti Montecitorio.