Il ministro Scajola, dopo la legge 99/2009, abrogativa dell’ENEA, continua a fare piccoli passi con i quali toglie competenze e finanziamenti all’ENEA, introducendo nuovi soggetti.
Nei giorni scorsi il Ministro ha infatti emesso un nuovo atto di indirizzo, con il quale ha investito il GSE del ruolo di “Consulente in materia di efficienza energetica delle P.A.”
Ora che, in virtù dello spoil-sistem, i Ministri “riformino gli enti” ci può anche stare; ma che creino competenze dove non ci sono e mettano in stand-by quelli competenti, questo razionalmente non si spiega.
Tre questioni gestionali vanno almeno sottolineate:
Creare competenze non è un processo a tempo zero, e finora le competenze del GSE erano e sono altre. Le P.A. continueranno a rivolgersi a quelli “competenti”, tra cui gli esperti ENEA. Questo significa che il Ministro ha inserito solo uno step in più nei passaggi ”progettuali”, ma non ha né migliorato le capacità di sistema, né sviluppato filiere innovative: nella migliore delle ipotesi ha solo appesantito le riunioni. Toccherà poi all’intelligenza degli esperti trovare il modo di quadrare il tutto, naturalmente per ENEA, a costo zero.
Se la linea sull’ex-ENEA è quella delle fette di salame, cioè piccoli passetti per portare fuori compiti e ruoli, allora tra tre anni saremo ancora qui senza missione complessiva, ed alla fine del processo, visti i primi passi, saremo tutti senza lavoro.
Questo approccio di “ non decisione complessiva”, ma di “decisionismo spicciolo” nei singoli campi di attività, porta al fatto che siamo quasi impossibilitati a svolgere il nostro ruolo, che richiede invece di stare sul campo a 360 gradi: prospettiva sbagliata nel campo scientifico e tecnologico, dove in tre anni, soprattutto nel settore energetico, può cambiare il mondo.
Chiediamo quindi al Commissario straordinario di intervenire per tutelare il ruolo e le competenze dell’ex-ENEA, e dei suoi dipendenti, mantenendola come soggetto importante nei processi energetici e ambientali che coinvolgono l’Italia ed i suoi cittadini, che pagano di tasca loro gli errori e le personalizzazioni della politica energetica generale del governo.
Roma, 6 novembre 2009