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ENEA: si accentua la crisi dei centri di ricerca. Importante presa di posizione della FLC CGIL Matera

Per uscire dalla crisi dell'ENEA è necessario superare il commissariamento.

22/12/2011
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Una delle caratteristiche storiche e peculiari dell'ENEA sono i centri di ricerca, dislocati in molte regioni del paese. Dotati di impianti sperimentali, laboratori, strutture complesse predisposte alla interdisciplinarità, che potrebbero costituire le piattaforme per un rilancio di quella ricerca energetico-ambientale che il paese reclama. Ci si attarda invece con i tagli, con le vecchie impostazioni e logiche di appartenenza. Appare evidente che, soprattutto in situazioni come quelle meridionali, un rilancio dei Centri di eccellenza sparsi sul territorio nazionale potrebbe assumere un valore trainante anche per il contesto ambientale in cui sono inseriti.

Invece per l'ENEA è arrivata la proroga per il terzo anno della struttura commissariale, quella che doveva veicolare un velleitario programma nucleare, ma che ha finito per accompagnare supinamente solo una politica di tagli crescenti (addirittura doppi rispetto agli altri enti di ricerca), che ha ridimensionato progressivamente la funzionalità delle strutture d'eccellenza dell'ente, cioè i centri di ricerca. Poi invece di dotarsi di una struttura gestionale funzionale ad un ente di ricerca, si è scelta la strada della frammentazione delle strutture, con una polverizzazione di incarichi che non trova riscontri in altri enti; si è continuato con un rigonfiamento delle strutture gestionali, sia centrali che quelle dei Centri, che ha finito per ingolfare le procedure di funzionamento, togliendo ogni spazio di autonomia alle strutture di ricerca e ai centri territoriali. Si è arrivati quindi al paradosso nel quale i Centri di ricerca, ormai privi di qualunque autonomia, hanno i bilanci gestiti centralmente, contrariamente a quanto accade negli altri enti di ricerca e a ciò che sarebbe necessario al funzionamento di un Ente di ricerca strategico e innovativo.

In questo quadro è emblematica la situazione del centro di Rotondella in Basilicata, così come emerge dalla nuova e puntuale denuncia della FLC CGIL di Matera, che con un nuovo costruttivo ed accurato documento evidenzia l'assenza di qualsiasi seria e credibile risposta ad una situazione che richiederebbe impegni precisi e discontinuità con il passato.

Queste le cifre del disastro:

  • in poco più di 5 anni il centro si è dimezzato passando da quasi 300 addetti a 140;
  • di questi ben 50 sono per la gestione dei servizi tecnici e amministrativi; mentre sono solo 90 quelli impiegati in attività di ricerca;
  • è evidente la crisi organizzativa e l'assenza di qualunque ipotesi di rilancio del Centro. Presto sarà messa in discussione anche la stessa sopravvivenza della struttura;
  • il bilancio del Centro già ridimensionato negli anni passati, ha avuto una nuova sforbiciata di oltre il 20%;
  • assenza di politiche di reclutamento: delle prossime 120 assunzioni che l'ENEA dovrà fare, solo 3 sono destinate al Centro di Rotondella;
  • programmazione e motivazioni assenti che portano i già pochi neoassunti al Centro, a chiedere il trasferimento in altre sedi ENEA;
  • tutta questa scarsa attenzione ad un Centro del Sud è anche la cartina di tornasole dell'evidente condizionamento leghista presente nell'attuale struttura commissariale.

Questo il contesto di difficoltà in cui si trova il Centro di Rotondella nel quale è spuntato all'improvviso, tenendo all'oscuro le parti sociali, un convegno promosso dall'Enea che, anche solo dal titolo, sicuramente ambizioso, sulla Green economy nel meridione e in Basilicata poteva essere un'occasione di sicuro interesse per rilanciare il Centro e impostare un cambio di rotta. Invece è stata l'ennesima occasione mancata.

La FLC CGIL di Matera ha evidenziato la preoccupazione che il convegno fosse utilizzato come mera vetrina per i politici di turno, senza costrutto alcuno e analisi di fattibilità sulle ipotesi di rilancio del Centro, senza alcuna possibilità di passare alle azioni concrete che sarebbero necessarie. Peraltro ha stupito come oggi i paladini di nuove impostazioni programmatiche fossero anche esponenti di quel governo che le avversavano fino a ieri, fintanto che erano in carica, in modo esplicito e concreto attraverso i tagli pesanti ai finanziamenti per la ricerca.

A distanza di qualche settimana dall'evento possiamo dire che le osservazioni fatte, a dimostrazione che non erano critiche preconcette, restano ancora più valide.

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