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ENEA: partita la consultazione tra il personale dei centri. Già la prima assemblea chiede una svolta nella valorizzazione del personale e nell’organizzazione del lavoro

Affollata assemblea nel Centro di Portici. Seguiranno incontri nei diversi centri nazionali. Sindacati convocati per un incontro il 4 ottobre.

03/10/2018
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Mentre arrivava la convocazione per un primo incontro del 4 ottobre (in allegato) nel Centro Ricerche ENEA di Portici una affollata e partecipata assemblea, come non si vedeva da molto tempo, esprimeva unanime in una mozione il disagio per la costante penalizzazione del personale, evidenziando proposte per una svolta che si chiede all’esecutivo anche nella gestione dei centri di ricerca nel territorio nazionale, ormai considerati estrema periferia. Seguiranno nel mese di ottobre incontri delle organizzazioni sindacali nelle varie realtà lavorative dell’Ente. La partecipazione che si è evidenziata nella prima assemblea di questo ciclo di consultazione sottolinea un clima nuovo tra la maggioranza dei lavoratori sempre più delusi da un vertice più interessato a logiche di consenso autoreferenziale. Un esecutivo che allarga sempre più un solco con quel personale che in ente di ricerca dovrebbe essere considerato la forza trainante, specie in un ente come l’ENEA dove i lavoratori contribuiscono ad acquisire il 50% delle risorse di un bilancio che non copre nemmeno le spese del personale. Purtroppo, non sembra al momento che questo vertice sia interessato ad accordi complessivi e lungimiranti che tornerebbero utili non solo al personale, ma anche ad un miglioramento complessivo delle attività.


Centro ENEA di Portici
Mozione Approvata all’unanimità dall’ Assemblea 2 Ottobre 2018

Valorizzazione del personale e piena dignità ai centri ormai considerati periferia

  1. L’assemblea esprime  serie perplessità sulle decisioni dell’ENEA di rivedere in senso discrezionale il ricorso  alla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro prescindendo dall’età anagrafica e dalla situazione contributiva creando una discriminazione di trattamento con quanti già sono stati posti “in quiescenza” d’ufficio.
  2. L’assemblea condivide le preoccupazioni delle OO.SS. rappresentative, che evidenziano una criticità nella gestione dell’Ente e nelle relazioni che sono vissute come un “fastidio” e denuncia la politica del “doppio binario” operata dall’attuale amministrazione nell’affrontare le problematiche del personale, massima apertura e migliori condizioni se si tratta della cerchia del vertice, massima cautela e interpretazioni sfavorevoli se si tratta della maggioranza del personale, specie dei centri lontani dalla Capitale ormai considerati estrema periferia dal vertice .
  3. L’assemblea condivide l’intenzione delle OO.SS di sottolineare ai ministeri vigilanti le questioni di rilievo (scarso finanziamento, modello verticistico dell’Ente, esasperazione della burocrazia interna). L’assemblea fa proprie le posizioni emerse dalle RSU di Brindisi e Trisaia che hanno denunciato come il ruolo dei Centri meridionali sia sottovalutato e svilito da questo vertice.
  4. L’assemblea chiede che la valorizzazione e lo sviluppo del personale diventi, al contrario di oggi, una priorità. Si chiede maggiore trasparenza nella gestione dell’Ente, in particolare nell’assegnazione di dottorati di ricerca e nelle occasioni di professionalità. In particolare ci si attende una svolta nel prossimo contratto integrativo, nelle varie voci previste dal contratto nazionale 2016-2018, compreso il recupero degli importi dal personale cessato che ha usufruito di passaggi con risorse del fondo e non del bilancio. Con tutte le risorse assegnate in questi anni in modo spesso strumentale ci si augura in un proficuo contratto integrativo sia nella premialità collettiva, che nella modifica del conto terzi (e delle modalità per alimentarlo) così risicato nonostante le risorse al 50% del bilancio siano acquisite da attività dei lavoratori e non certo da accordi di vertice scontati, ma anche questi da ricondurre ad una credibilità acquisita complessivamente.
  5.  Il piano di fabbisogno deve essere rivisto già per il 2018. Esso dovrà essere rivisto perché ha contemplato stabilizzazioni e quindi anche previsioni del 2017. Non si potrà prescindere dalle recenti sentenze del TAR che di fatto obbligano l’ENEA ad uno scorrimento delle graduatorie per acquisire personale non laureato. Le prossime procedure concorsuali devono prevedere anche opportunità di sviluppo professionale per quei dipendenti che hanno una scolarità diversa da quella prevista dal bando che ne ha determinato la loro assunzione. Il piano di fabbisogno deve prevedere opportunità di valorizzazione interna per tutti, come anche la mobilità orizzontale tra profili, deve prevedere immediata applicazione di quanto previsto dalla c.d. legge Madia sulle riserve per gli assegni di ricerca, deve invertire le priorità finora conseguite a discapito dei centri periferici specie nel SUD, deve coprire la mancanza cronica di tecnici di laboratorio.
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