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ENEA: firmato il protocollo per la fase 2 dell’emergenza sanitaria

Il resoconto di una lunga fase di trattativa.

05/05/2020
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Dall’inizio dell’emergenza epidemica abbiamo più volte, come FLC Cgil Enea, sollecitato l’importanza di arrivare ad un protocollo condiviso fra le parti, anche per le sue inevitabili ricadute sull’organizzazione del lavoro e sulla sicurezza e salute dei lavoratori.

Ed è per questo motivo che abbiamo sin da subito fatto presente ai vertici dell’Ente l’importanza del ruolo di rappresentanza sociale delle organizzazioni sindacali, che hanno stabilito, a livello nazionale, la necessità di salvaguardare la Salute e il Lavoro, e la necessità di addivenire ad un Protocollo fra le parti in ogni luogo di lavoro.

Il Protocollo per la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro è stato costruito a più mani da Governo e parti sociali, un Protocollo che salvaguarda, come riportato dal segretario generale Maurizio Landini, “la salute e sicurezza come prima condizione per la ripresa delle attività lavorative”!

In Enea, invece, per rappresentare le nostre prerogative sindacali, come anche quelle delle RSU e degli RLS, nei mesi di febbraio e marzo abbiamo dovuto intraprendere un confronto serrato per l’assoluta assenza di informazioni e di coinvolgimento nelle iniziative intraprese a seguito di alcuni contagi da coronavirus in alcuni centri del Lazio.

È con questa premessa che nel mese di aprile, mentre l’Enea ci proponeva una convocazione per discutere di argomenti contrattuali, anche se importanti ma di interesse limitato (le indennità per incarichi di direzione), noi, coerentemente con quanto detto, chiedevamo di cambiare l’ordine delle priorità delle riunioni e di affrontare in modo collegiale e risolutivo il tema dell'emergenza pandemica.

Grazie anche a questa forte determinazione, passo dopo passo, il 30 aprile abbiamo raggiunto un nostro primo obiettivo, il Protocollo sulla sicurezza da Covid-19; il primo Protocollo, per il Covid-19, sottoscritto in un Ente di Ricerca.

La sottoscrizione del Protocollo permette ai colleghi lavoratori dell’ENEA di iniziare la fase 2 con maggiore consapevolezza e garanzia della gestione e della sicurezza delle proprie attività lavorative e dei luoghi e delle modalità con cui potranno continuare a svolgerle. Tra i punti qualificanti, nel protocollo si conferma, anche per la fase 2, il lavoro agile come modalità ordinaria dell’attività lavorativa lasciando alla attività in presenza una rilevanza secondaria basata esclusivamente sull’indifferibilità di determinate attività. Questo perché, prioritario e inderogabile, è la tutela della salute e la riduzione del rischio della diffusione del contagio. In questa ottica si è proposto ed accolto, per ogni centro, la possibilità di effettuare i tamponi al personale che lo richieda.

Inoltre, gli RLS e le RSU in questa seconda fase, assumeranno un ruolo determinante per la tutela della salute sui posti di lavoro. La piena applicazione e l’efficacia di questo Protocollo necessitano della piena collaborazione di tutto il personale ENEA, per questo motivo invitiamo gli iscritti, i simpatizzanti e i lavoratori tutti a seguire le indicazioni previste, in modo da tutelare la propria sicurezza e quella dei colleghi.

Infine, con tutte le comprensibili difficoltà del caso, abbiamo posto la sensibilità della ripresa dei servizi, quali il trasporto casa lavoro e la fruizione della mensa, come avviene già in altri Centri di Ricerca.

Durante gli incontri avuti in quest’ultimo mese di aprile abbiamo anche sottoscritto l’accordo sulle indennità per incarichi di direzione di strutture tecniche e scientifiche e di progetti di ricerca (ex art. 22 del DPR n. 171/91).

Per noi della FLC CGIL Enea era inaccettabile, in questo frangente, discutere solo delle indennità suddette e non dare la dovuta attenzione agli altri temi contrattuali che riguardano l’interesse di tutti i lavoratori. Ed è per questo che abbiamo posto con urgenza la necessità di chiarire quale fosse lo stato dell’arte dell’Ipotesi di accordo firmato lo scorso febbraio, in merito alla fase di certificazione prevista dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, nonché di procedere alla calendarizzazione immediata di tavoli di confronto per consentirne l’applicazione.

Chiarita questa premessa e concordato per il prossimo 5 maggio la prima riunione di calendarizzazione per l’applicazione del contratto integrativo, compatibilmente con il completamento della fase di certificazione che a causa dell’emergenza coronavirus ha avuto un dilazionamento dei tempi di verifica da parte degli organi di controllo, abbiamo deciso di sottoscrivere l’accordo sulle responsabilità di progetto, ai sensi dell’art. 22 del DPR 171/91. L’accordo, ha permesso comunque di sbloccare l’erogazione delle indennità in questione, sospese da gennaio dello scorso anno.

A partire dal 5 maggio riprenderà il confronto e ripartiremo, come da noi richiesto, con il cronoprogramma per l’apertura di confronti tecnici che riguarderanno:

  • progressioni, mobilità orizzontale per profili, premialità collettiva, indennità, conto terzi, Art. 53 per i passaggi di posizione economica (verifica criteri generali), trasporti (indennità correlate/contributi), Indennità IVP per i CTER e Funz. d’amministrazione di IV livello.

Chiederemo inoltre di attivare con urgenza le procedure affinchè il concorso, già bandito (per i precari con la riserva del 50% degli assegni di ricerca, con più di 3 anni di esperienza, ex art. 2 della cosiddetta Legge Madia), venga svolto al più presto nella massima sicurezza rispettando le norme vigenti in materia di prevenzione Covid-19.

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