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ENEA: Emergenza Climatica e sviluppo sostenibile. Aperta la nuova Conferenza mondiale in Polonia. Si rilancia la “Coalizione Clima” che unisce sindacati e le maggiori associazioni ambientaliste

Comunicato della Coalizione per evidenziare iniziative da intraprendere. Previsti anche incontri istituzionali. Anche la FLC presente nella Coalizione.

06/12/2018
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L’emergenza climatica non è più una tematica prettamente solo ambientalista, ma ormai colpisce in crescendo persone, comunità, ecosistemi, città. Troviamo ormai quotidianamente in prima pagina sui giornali notizie impressionanti che ci danno il senso del carattere ormai strutturale e non episodico di questa emergenza. Ma alla richiesta di affrontare  questa evidente urgenza, che a dire la verità la nostra politica ha finora sottovalutato, oggi si oppone il cosiddetto negazionismo, cioè il rifiuto di considerare il ruolo del fattore umano e sociale nel determinare quello che non è un semplice cambiamento climatico, ma un vero e proprio surriscaldamento dell’atmosfera generato dai superconsumi energetici da fonti fossili. Un vero e proprio effetto serra sulla terra determinato da queste mega emissioni di carbonio nell’atmosfera. Effetti che  se non dimezzati, quindi abbattendo drasticamente le emissioni di carbonio, porteranno conseguenze devastanti nei prossimi decenni. La Conferenza mondiale di Katowice (sigla COP 24) aperta dal Presidente dell’ONU vede il primo paese relatore proprio le Isole Fiji, appunto una delle prime zone direttamente minacciate dall’innalzamento dei livelli del mare.  

Sostenere che questo surriscaldamento non dipenda dall’uomo ma dalla casualità della storia significa sostenere il permanere di un modello economico che vede l’utilizzo massiccio di fonti fossili. Nella precedente Conferenza di Parigi nel 2015 si è convenuto, a livello mondiale, su una strategia che riguarda gli obiettivi intermedi verso il 2030 in previsione del 2050, quando risulterà indispensabile ridurre l’aumento della temperatura a  solo un grado e mezzo anziché i tre gradi previsti. Ma per ridurre queste mega quantità di emissioni di carbonio consumate dalle case, dalle industrie, dai veicoli, occorre invertire un modello di sviluppo. Il negazionismo, prima minoritario, è stato amplificato dal presidente Trump che ha tolto dall’accordo di Parigi (ora in Polonia bisognava tradurre quell’accordo in un piano operativo) la firma degli Stati Uniti precedentemente accordata da Obama. Parliamo di una tesi che non  ha nessun fondamento scientifico (99% dei fisici e climatologi lo confermano in migliaia di analisi e pubblicazioni), ma che viene reiterata in ogni occasione. Anche recentemente ha sostenuto Trump: "Gli incendi boschivi della California sono stati aggravati dalle pessime leggi ambientali che non consentono di utilizzare in modo adeguato l'enorme quantità di acqua disponibile"! Gli hanno risposto prontamente funzionari dello Stato ed esperti: "Abbiamo molta acqua per combattere questi incendi, ma siamo chiari: è il nostro clima che sta cambiando e che porta a incendi più gravi e distruttivi", ha detto Daniel Berlant, vice direttore aggiunto di Cal Fire, l'agenzia antincendio dello Stato. Poi sempre Trump ha parlato di manutenzione delle foreste e la CNN ha fatto vedere le cartine degli incendi californiani che hanno colpito prevalentemente centri urbani, come Malibu. In sostanza i sostenitori di un modello di sviluppo ormai sorpassato, anche economicamente e tecnologicamente, fanno di tutto per impedire una inversione di rotta. 

Un elemento positivo è che questa emergenza in Italia ha portato ad unire le forze interessate al cambiamento climatico-energetico, le quali hanno operato finora, nel disinteresse della politica, in modo frammentato. Ora si cerca di coordinare le forze e indirizzare gli obiettivi. Per questo si è rilanciata la Coalizione Clima, costituita dalle principali associazioni ambientaliste e dalle organizzazioni sindacali. La novità è che essa raccoglie anche molte realtà e associazioni presenti nei territori e questo fa crescere il livello partecipativo, anche se ogni struttura mantiene la propria autonomia.

Non solo, ma ormai si parla anche di una governance di questo processo, che non può essere calato dall’alto, ma deve coinvolgere le popolazioni e il mondo del lavoro. Il congresso della CGIL parla di Giusta transizione per un nuovo modello di sviluppo. Uno sviluppo che al contrario di quello che si pensa dovrà contare molto sull’innovazione tecnologica, si pensi solo al trasporto pubblico e privato, per non parlare delle reti e della digitalizzazione. Quindi potrebbe portare nuova occupazione e con essa anche una occupazione più qualificata e non povera e precaria. La CGIL a livello Confederale è parte integrante della Coalizione. Ma anche la FLC CGIL, che mette proprio l’obiettivo di un nuovo modello di sviluppo sostenibile al centro dei propri programmi, è presente nella Coalizione Clima. Infatti la Federazione dei Lavoratori della Conoscenza affianca le iniziative a tutela dei diritti e dei precari dei propri settori di lavoro a quella dello sviluppo della filiera scuola-Università-Ricerca come determinante per una svolta di qualità e di sostenibilità nello sviluppo. Per rappresentare questo approccio all’interno delle  variegate sensibilità della Coalizione la FLC CGIL è rappresentata dal responsabile del Comitato di ente ENEA Carlo Buttarelli.

Cop24 Katowice 2018

Più Azioni per il clima. Mobilitiamoci
DAL 2 AL 14 DICEMBRE COP24 A KATOWICE (POLONIA)
ZERO EMISSIONI NETTE AL 2040 – 100% RINNOVABILI

La Coalizione Clima, in vita della Conferenza delle Parti COP 24, che si terrà in Polonia a Katowice, dal 2 al 14 dicembre 2018, chiama alla mobilitazione tutte le espressioni della società civile, a partire dai contenuti dell’appello allegato e del logo “+ azioni per il clima” utilizzabile nelle diverse iniziative che saranno promosse su queste tematiche.

Coalizione Clima si impegna a diffondere sul proprio sito www.coalizioneclima.it, e con gli strumenti delle organizzazioni aderenti, tutte le iniziative nazionali e locali che verranno organizzate per sollecitare più azioni contro il cambiamento climatico.

Appello alla mobilitazione

Il cambiamento climatico è ormai una realtà che sta già colpendo persone, comunità, ecosistemi, provocando vittime e sofferenze. Numerosi e preoccupanti sono i segnali di accelerazione: dal livello dei mari osservati dal satellite, alla fusione dei ghiacci artici, alle modificazioni delle correnti marine e di quelle ventose, alle ondate di calore e i fenomeni alluvionali sempre più frequenti. Gli scienziati, con il recente rapporto speciale IPCC, ci dicono che per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C abbiamo bisogno di mettere in campo azioni senza precedenti.

A livello politico, però, non ci sono adeguati segnali di preoccupazione e di azione per azzerare le emissioni di gas serra e cercare quindi di evitare i fenomeni più catastrofici.

Noi chiediamo che:

  1. si acceleri l’azione climatica perché le emissioni comincino una stabile traiettoria di discesa entro il 2020, per arrivare all’economia a carbonio zero nel minor tempo possibile;
  2. si aumentino gli impegni di riduzione delle emissioni presentati nel quadro dell’Accordo di Parigi, rendendoli coerenti con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale;
  3. si faccia tutto il possibile e l’impossibile per limitare l’aumento medio della temperatura globale a 1,5°C rispetto all’era pre-industriale;
  4. si definisca il Piano Nazionale Energia Clima, con un percorso partecipato, facendone un vero e proprio piano di decarbonizzazione che individui le azioni necessarie in tutti i settori e con una visione sistemica, avviando una “Giusta transizione”.
  5. Si sostenga fortemente la necessità di target più ambizioni a livello Europeo, con regole e politiche coerenti e conseguenti.
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