Alla presenza di una nutrita rappresentanza di personale “precario” si è tenuta la prevista riunione del 10 novembre 2016, nella quale preliminarmente la delegazione ENEA ha comunicato che sono risolte positivamente le questioni legate alle risorse relative ai fondi di rotazione ed all’accordo di programma ed ha confermato che le Commissioni parlamentari hanno approvato il decreto di cui alla legge delega sugli enti di ricerca, con la richiesta di alcune significative modifiche (coerenti anche con il parere del Consiglio di Stato) che, qualora approvate dal Consiglio dei Ministri in via definitiva, renderebbero possibile le assunzioni a tempo indeterminato anche in ENEA.
L’ENEA dopo un confronto che si è aperto a settembre con molte incertezze si dichiara disponibile ad un accordo che preveda per tutti i precari a tempo determinato utilizzando tutti gli strumenti possibili, considerate le diverse tipologie e scadenze che richiedono percorsi diversi.
Sin da subito le organizzazioni sindaacali si sono mosse per garantire proroghe per tutti un piano di assunzioni. Ovviamente sappiamo che ciò dipende anche dal quadro esterno, considerato che la prima versione dello “Schema di decreto” per la “semplificazione” (?!) degli EPR, varato il 25 agosto scorso, conteneva molte negatività in ricaduta per l’ente, in quanto le assunzioni venivano legate all’80% del contributo ordinario dello stato. Sappiamo, invece, che l’ente per il proprio finanziamento, anche a causa dei penalizzanti tagli lineari, per metà del bilancio ricorre ad accordi di programma e progetti esterni aggiuntivi.
Ora L’ENEA si dichiara disponibile all’assunzione di importanti impegni: avvalersi di un piano assunzionale che assicuri continuità professionale per tutto il personale a tempo determinato (ovviamente scenari negativi esterni modificherebbero le strategie di continuità). Dal testo in discussione si evince:
Passato il principio che le proroghe varranno per tutti e che ci si impegna ad un piano di assunzioni che valorizzi le esperienze, vi sono le condizioni per una svolta e per un accordo che dia minore incertezza al personale precario e prospettive migliori anche per le attività. Una occasione che, se confermata, è da non perdere.