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ENEA: dopo lo stato di agitazione i lavoratori sono scesi in piazza

Il 4 giugno si è svolta una manifestazione in piazza Montecitorio a Roma per chiedere al Governo e al Parlamento un intervento urgente. La FLC CGIL è al loro fianco.

05/06/2013
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Centinaia di lavoratori dell’ENEA hanno manifestato presso Montecitorio il disagio che dura ormai da lungo tempo: quattro anni di gestione commissariale sono troppi e incomprensibili per un paese che ha bisogno di crescita e di sviluppo. Dopo il fallito tentativo di rilanciare il nucleare tra le priorità dell'ente e del paese, l'ENEA, il secondo ente di ricerca italiano che vanta la sue competenze nel campo dell'innovazione, dell'energia e dello sviluppo sostenibile, non è stato messo nelle condizioni di operare pienamente. Quattro anni di gestione commissariale hanno prodotto solo spreco di energie, risorse e professionalità aggravando la condizione dell'Ente.

La manifestazione segue uno stato di agitazione che si è diffuso in tutti i centri di ricerca e nella comunità scientifica per chiedere al Governo e al Parlamento un intervento urgente.
Le rappresentanze presenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con numerosi parlamentari, tra cui i componenti delle commissioni competenti (Attività Produttive, Ambiente, Cultura Scienze e Istruzione, ecc.). I lavoratori hanno descritto la grave situazione operativa e di abbandono che lede la funzionalità dell’Ente: l’ENEA deve riprendere appieno il proprio ruolo di ricerca in campo energetico, ambientale, climatico e a supporto dell'innovazione che già la legge 99 del 2009 prevede.
In particolare i manifestanti hanno richiesto che l'ENEA svolga il proprio ruolo con autonomia e terzietà nell'interesse del paese cosa orma molto difficile a causa della gestione commissariale. Anzi è l’odierno stallo, anche riconducibile proprio a pressioni esterne e alle continue interferenze ministeriali, che ha finito per favorire nuove stratificazioni burocratiche all'interno dell'ente che ne minano la funzionalità e la capacità di produrre ricerca.

L’ENEA deve essere subito dotato di una governance come tutti gli altri enti di ricerca, con uno statuto, con un Consiglio di Amministrazione con un ruolo distinto dalla gestione e un consiglio scientifico elettivo.
Solo questi organi, sulla base della missione già definita dalla legge e non la reiterazione di una gestione commissariale, potranno meglio aggiornare e orientare le attività dell'ENEA.
Ma tale razionalizzazione non potrà che avvenire nell'ambito di una riorganizzazione di tutta la ricerca pubblica, i cui tempi però non possono essere ostativi per una rapida ripartenza dell'Ente. Questo vale anche per i richiami, immancabili quando si parla di ENEA, a compiti di agenzia che molti, con logiche passate, ancora vedono come sganciati dalla ricerca e dall’innovazione, quindi ridotti, sostanzialmente, a smistamento di risorse finanziarie o di consulenza.
Compiti di agenzia non possono, a nostro avviso, che essere legati a processi di innovazione e programmi di ricerca mettendo in sinergia tutta la rete degli enti di ricerca nelle diverse filiere. L'idea dell'ENEA che si cela dietro una certa retorica “agenziale” è, al contrario, quella di un ente ridotto a struttura paraministeriale. Questa idea deve essere rifiutata perché inutile al paese.

L'ENEA è in grado di acquisire, al di fuori del fondo ordinario, circa 100 milioni di risorse dall’esterno, ma serve un respiro strategico ed un coordinamento che valorizzi e non frammenti questo sforzo delle attività scientifiche. I lavoratori hanno evidenziato una situazione drammatica perché i tagli operati hanno portato il fondo ordinario a 156 milioni a fronte delle sole spese di personale che ammontano a 190 milioni. L'ENEA dispone di grandi ed importanti centri di ricerca che comprendono impianti, laboratori, strutture complesse che non sono in grado di operare a regime se non riqualificate. Occorrono però provvedimenti urgenti per il rientro dei tagli al fondo ordinario, e dei tagli già previsti alle attività di sperimentazione conteggiate invece come spese di gestione.

Per queste ragioni la FLC CGIL ha dato pieno sostegno alla mobilitazione delle RSU. Per queste ragioni insieme alla CGIL Confederale rilancerà l'iniziativa per ridare un futuro all'ente nell'interesse del paese.

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